LO SPRECO ALIMENTARE NEL MONDO

Lo spreco di cibo è un problema globale, tuttavia troviamo differenze significative tra i singoli stati, tra i diversi stadi della filiera agroalimentare, tra paesi industrializzati e in via di sviluppo.
Nel rapporto Global food losses and food waste del 2011 l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ha quantificato, a livello mondiale, in 1,3 miliardi di tonnellate l’anno – pari a un terzo dell’intera produzione agroalimentare – lo spreco di cibo destinato al consumo umano: una quantità che, se riutilizzata, potrebbe idealmente sfamare per un anno intero metà dell’attuale popolazione, ovvero 3,5 miliardi di persone.
La quota di spreco pro capite a livello di consumatore è pari a 95-115 kg all’anno in Europa, Nord America e Oceania, mentre nell’Africa subsahariana, Asia meridionale e sud-est asiatico è solo di 6-11 kg all’anno.

Considerando le diverse tipologie alimentari, quella che registra percentuali più elevate di perdite e spreco è la frutta e verdura, particolarmente deperibili. In particolare nelle aree industrializzate (Europa, Nord America e Oceania e Asia industrializzata) le perdite sono dovute alla selezione imposta dagli standard di mercato e allo spreco a livello di consumatore, mentre nelle altre regioni vi sono perdite più consistenti in fase di distribuzione, spesso a causa del clima caldo e della mancanza di adeguate catene del freddo per la conservazione degli alimenti.