Carne, frutta e pane! Qui non si butta via niente

LE OFFERTE AL 50 PER CENTO, UN SITO PER CONSUMATORI OCULATI E SOPRATTUTTO IL CIBO DONATO A 930 ASSOCIAZIONI. «VALE OTTO MILIONI DI PASTI PER INDIGENTI OGNI ANNO», SPIEGA UN DIRIGENTE DEL GRUPPO.

Venerdì risotto ai carciofi, coniglio al forno, insalata e frutta di stagione. Un miracolo che don Domenico compie nella mensa di Viale K, associazione alla periferia di Ferrara, a pranzo e cena, ogni giorno che Dio manda in terra. Lo fa per Vladimir, rimasto solo e senza un’occupazione fissa dopo aver tirato su due figli che oggi vivono all’estero, per Giulio, che lavora part time da Burger King ma con i soldi riesce appena a pagare l’affitto, per Fatima che conosce ancora poche parole di italiano e tiene stretta a sé la sua bimba di pochi mesi. E per tutte le persone in difficoltà che bussano alla sua porta. «Arrivano in tanti, sessanta, settanta», dice don Domenico. «Di più il venerdì, perché il pomeriggio distribuiamo un pacco di aiuti alle famiglie bisognose».
Tanta prodigiosa generosità è resa possibile da Romolo, il cuoco dell’associazione che sforna manicaretti con la stessa cura e passione che metterebbe ai fornelli di una cucina stellata, e, soprattutto, dalle donazioni. Principalmente quelle di Coop, perché sono gli addetti dell’Ipercoop Le Mura, parte di Alleanza Coop, la cooperativa più grande che rappresenta il 40 per cento del totale, a consegnare ogni mattina ai ragazzi di don Domenico frutta e verdura, pane e latte, formaggi e carne. Cibo che Romolo trasforma subito in pietanze come quelle che adesso le volontarie stanno impiattando, oppure surgela, per poterne disporre dopo. Perché Coop, pioniere della lotta allo spreco alimentare in un Paese che ogni anno getta nella spazzatura 15,5 miliardi di euro di cibo, è di fatto l’unico gruppo della grande distribuzione a fare donazioni “a chilometro zero”, come ci spiega Francesco Russo, responsabile nazionale Ambiente e Progetti solidali. «Noi facciamo attività di riduzione delle eccedenze alimentari dalla fine degli anni Novanta e da allora tanto è cambiato, tranne la nostra idea di legame con il territorio: doniamo a organizzazioni di solidarietà simili a Viale K, e cioè di piccole dimensioni e prossime ai nostri negozi. E il 75 per cento dei prodotti donati appartiene alle categorie dei freschi e freschissimi». Uova, pane, latte, carne, ortaggi, per un valore tra i 30 e i 33 milioni di euro, dice la stima per il 2018, che si traduce in 8 milioni e 200 mila pasti messi in tavola dalle 930 associazioni caritatevoli destinatarie. «I numeri sono in forte crescita», precisa Russo, «nel 2015 il valore delle donazioni era di 24 milioni di euro e 6 milioni quello dei pasti». Poi è arrivata la legge Gadda, che ha semplificato le procedure, allargato il numero dei possibili beneficiari, esteso le categorie merceologiche dei prodotti donabili e allungato il termine entro il quale possono essere donati. Ed essere generosi è diventato più facile. Anche se va precisato che questa è solo una parte del progetto anti-spreco di Coop, che il gruppo ha voluto chiamare “Buon fine”. «Oltre alle donazioni, che coinvolgono 647 punti vendita, vale a dire tre quarti del totale dei nostri negozi, fac- ciamo altre due cose per raggiungere il nostro obiettivo, che è quello di ridurre lo spreco alimentare», aggiunge Russo.
«Prima di tutto razionalizziamo i processi logistici, cioè cerchiamo di calibrare gli ordini in modo che non generino rimanenze. Poi mettiamo in offerta i prodotti che si avvicinano alla scadenza, con tempi diversi per le differenti categorie». Latticini e carni, prosciutto e yogurt, ma anche pasta fresca, salmone e wurstel, spostati dai banchi dove normalmente sono esposti in un’altra area, che qui all’Ipercoop Le Mura è impossibile non notare.
«In questo spazio segnalato con i cartelli “Buon fine” mettiamo prodotti scontati mediamente del 50 per cento», ci spiega Maria Battiante, vice direttore del punto vendita. «Ci sono anche prodotti a scadenza consigliata, come la pasta per esempio, e verso sera, prima della chiusura, aggiungiamo anche piatti pronti e pizza. Quel che non vendiamo, viene donato». Anche questa è solidarietà, eccome. Lo raccontano i numeri, segno del gradimento dei consumatori: nel 2018 sono stati venduti con questa modalità prodotti per 47 milioni di euro, ma il valore è doppio se si considera il prezzo pieno. Iniziative e progetti che funzionano, perché in Coop l’incidenza dello spreco alimentare è dell’1,26 per cento, quasi la metà rispetto al dato medio della grande distribuzione che è del 2,3 per cento. Lo spiega il Libro bianco Coop sullo spreco alimentare, che della religione ambientalista e solidale del gruppo è la bibbia: un’indagine puntuale sul fenomeno fuori e dentro il mondo Coop. «Da qui vengono fuori gli strumenti d’informazione per il consumatore», dice Russo, «gli stessi proposti su www. coopnospreco.it o nella nostra app. Il sito è un luogo in cui i consumatori, le associazioni, le scuole coinvolte nei percorsi di educazione al consumo consapevole, le imprese e gli enti locali si incontrano virtualmente, per scambiarsi ricette anti-spreco, indicazioni sui punti vendita che hanno offerte in corso e buone pratiche». Perché ognuno deve fare la sua parte. E se ci sono 2 milioni e 700 mila persone costrette a chiedere aiuto per mangiare, è inaccettabile che siamo proprio noi, nelle nostre case, a sprecare il 42 per cento del cibo totale.

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