RECUPERO E TRASFORMAZIONE DEI RIFIUTI E DEGLI SCARTI ALIMENTARI

Oltre alle attività volte a limitare la produzione di eccedenze, illustrate nelle pagine precedenti, altre iniziative fanno parte della prassi di Coop e riguardano il corretto conferimento dei rifiuti affinché possano essere avviati a recupero, riciclo o riutilizzati come materie prime secondarie nei processi industriali, in conformità con la normativa vigente.

I diversi rifiuti da imballaggio vengono differenziati e avviati alle filiere del riciclo, avvalendosi nella maggior parte dei casi di aziende terze. Per quanto riguarda nello specifico i rifiuti alimentari riportiamo di seguito le tipologie e i risultati raggiunti.

Oli alimentari (oli e grassi commestibili, vegetali e animali), impiegati nei reparti di lavorazione come la gastronomia, dopo l’uso diventano un rifiuto che occorre differenziare perché potenzialmente inquinante. In conformità con la normativa di riferimento, le Cooperative stoccano gli oli usati e li conferiscono al Consorzio obbligatorio di riferimento (CONOE). Gli oli alimentari possono così essere rigenerati per il settore industriale, utilizzati per produrre bioliquidi, biocarburanti e lubrificanti, o impiegati nella cogenerazione per produrre energia elettrica. Nel corso del 2020 Coop ha conferito circa 660 tonnellate* di oli esausti, pari a 644 TEP (Tonnellate di Petrolio Equivalenti)[1]. Inoltre, alcune Cooperative hanno organizzato sistemi di raccolta degli oli usati domestici a disposizione dei soci e clienti, in collaborazione con gli Enti territoriali: Coop Liguria, Coop Centro Italia, Unicoop Tirreno, Coop Lombardia, Coop Unione Amiatina e Unicoop Firenze.

Materiali di categoria 3, vale a dire i Sottoprodotti di Origine Animale (SOA Cat. 3), provenienti dal reparto macelleria, devono essere raccolti e gestiti secondo regole precise, sanitarie e ambientali, affinché siano avviati alla trasformazione attraverso società autorizzate. In base ai diversi accordi contrattuali, sono state impiegate per la produzione di farine animali, destinate a pet food e fertilizzanti, e grasso animale per la zootecnia, oleochimica e produzione di energia. Alcune cooperative – come Coop Alleanza3.0 e Coop Unione Amiatina – hanno avviato progetti per la destinazione di parte di questi materiali a canili, gattili e associazioni di tutela degli animali.

Organico (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano), ovvero quell’insieme di scarti alimentari e altri rifiuti facilmente biodegradabili che nella maggior parte dei casi viene conferito alle aziende municipalizzate e che quindi non è possibile quantificare esattamente. Questi materiali indicativamente sono destinati agli impianti di compostaggio e di digestione anaerobica.  Considerando i dati forniti dalla rete dei punti vendita più grandi (supermercati e ipermercati) delle sette maggiori cooperative, si stima che nel 2020 possano essere state conferite oltre 26.970 tonnellate* di rifiuti organici, corrispondenti a circa 6,7 milioni di metricubi di biometano[2].

 

*Dati stimati, relativi alle sette grandi Cooperative censite da INRES: Nova Coop, Coop Liguria, Coop Lombardia, Coop Alleanza 3.0, Coop Centro Italia, Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno.

[1] Fonte di conversione: ISPRA

[2] Fonte di conversione: Ministero della Transizione Ecologica