LE PRINCIPALI NOVITÀ DELLA NUOVA LEGGE ITALIANA SULLA LIMITAZIONE DEGLI SPRECHI

Fino al 2003, anno in cui è entrata in vigore la Legge n. 155/03 detta del Buon Samaritano, la normativa italiana non consentiva il recupero delle eccedenze della distribuzione a fini caritativi. In particolare, questa norma volontaria ha equiparato le Onlus al “consumatore finale” ai fini del corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti, semplificando il regime di responsabilità in capo alle aziende donatrici. Ha quindi agevolato la possibilità di recuperare gli alimenti ad alta deperibilità rimasti invenduti (cibo cotto, alimenti freschi, ecc.) e reso più facile poterli distribuire ai bisognosi attraverso le Onlus. Tuttavia, in assenza degli appositi regolamenti attuativi, la legge è stata interpretata in modo differenziato nelle Regioni e nei singoli territori.

Il 19 agosto 2016 in Italia è stata approvata la Legge n. 166 recante “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”.
Il testo, messo a punto coinvolgendo tutti gli attori della filiera, introduce una serie di semplificazioni normative, una chiara regolamentazione del processo di donazione e prevede iniziative volte a incentivare l’adozione di buone pratiche per la riduzione degli sprechi. In particolare prevede le seguenti novità:

– estensione della facoltà di donare a tutte le organizzazioni con finalità solidaristiche (non soltanto alle Onlus) e a nuove categorie di prodotti (quelli destinati all’igiene e alla pulizia della casa e della persona, indumenti, farmaci);
– semplificazione delle procedure amministrative a carico delle imprese donatrici;
– donazioni consentite per i prodotti alimentari “secchi” anche oltre il termine minimo di conservazione e per i prodotti finiti della panificazione entro le 24 ore successive alla produzione;
– responsabilità in capo a tutti gli attori della donazione, ciascuno per la propria parte, in fatto di tutela igienico-sanitaria degli alimenti;
– campagne di informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle imprese attraverso il servizio pubblico radiotelevisivo;
– incentivazione – seppure ancora fortemente limitata – dei progetti di donazione delle eccedenze alimentari;
– monitoraggio e regia, rafforzate in capo ad uno speciale Comitato ministeriale partecipato dalle organizzazioni imprenditoriali.

LE NORME CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE IN EUROPA E NEGLI USA

Negli ultimi anni sono stati varati atti di indirizzo e di legge contro lo spreco di cibo in molti stati nazionali.
Ve ne proponiamo alcuni:

 

UNIONE EUROPEA

La legislazione europea sui rifiuti e sui rifiuti alimentari è piuttosto recente, ma alcuni Paesi – come Germania, Austria, Belgio, Lussemburgo e Olanda – hanno avviato la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti alimentari già da molti anni, come risulta da uno studio del 1989 svolto dall’Ufficio per la valutazione tecnologica del Congresso degli Stati Uniti d’America. Nel 1999 è stata varata la Direttiva sulle discariche di rifiuti che prevedeva una progressiva riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili smaltiti in discarica; poiché però non forniva indicazioni sulle modalità alternative di smaltimento, il risultato è stato che la maggioranza degli stati membri ha optato per l’inceneritore. Una successiva direttiva del 2008 contiene, infatti, un articolo dedicato ai rifiuti organici, per i quali si raccomanda la raccolta separata ai fini del compostaggio e dello smaltimento. Per i rifiuti biologici non è stata ancora emanata una direttiva, anche se la discussione sul tema è iniziata nel 1999. Nel dicembre del 2008 la Commissione ha pubblicato un Libro Verde sulla gestione dei rifiuti biodegradabili sul quale si è aperta una consultazione ancora in corso. Nel 2013 la Commissione ha indetto una consultazione sulla sostenibilità del sistema alimentare sfociata un anno dopo nella pubblicazione di una proposta di direttiva del Parlamento e del Consiglio che avrebbe dovuto modificare la direttiva Rifiuti. La proposta però è stata ritirata nel 2014 e finora non è stata sostituita da altri documenti. La Corte dei Conti Europea nella relazione speciale del 2016 Lotta allo spreco di alimenti: un’opportunità per l’Ue di migliorare, sotto il profilo delle risorse, l’efficienza della filiera alimentare fa una profonda critica alla legislazione europea in materia di spreco alimentare. Nel contesto del FEAD (Fondo di aiuto europeo agli indigenti) è previsto per regolamento che vi siano delle facilitazioni per la donazione degli alimenti, ma la Commissione non ha promosso abbastanza questo aspetto fra gli Stati membri.

 

FRANCIA

Nel 2016 è stata approvata la Legge contro lo spreco alimentare che stabilisce una gerarchia nelle azioni contro lo spreco con la prevenzione al primo posto, seguita dal recupero degli invenduti per il consumo umano, dal loro utilizzo per il consumo animale e, infine, dall’utilizzo a fini energetici. La norma sulla quale è stato prevalentemente incentrato il dibattito è quella che da un lato impedisce alla grande distribuzione, pena una multa, di distruggere o di rendere non consumabili i propri rifiuti alimentari, dall’altra impone a qualunque negozio sopra i 400 mq di siglare un accordo di donazione dei propri prodotti alimentari in via di scadenza con una o più Onlus. Questo punto preoccupa le associazioni caritative che non hanno le attrezzature necessarie per gestire grandi quantitativi di cibo fresco.

 

BELGIO

Anche il Belgio si è dotato di leggi contro lo spreco in due regioni, quella di Bruxelles e la Vallonia. Il testo non impone la donazione di prodotti alimentari invenduti, ma la promuove lasciando spazio di manovra ai supermercati. Anche qui ci sono perplessità legate al fatto che i banchi alimentari, spesso, sono aperti solo un giorno alla settimana e questo rende più complesso il processo di donazione. È indispensabile un ampliamento dei banchi e delle loro infrastrutture, e le autorità locali avranno un ruolo importante da svolgere in questo processo.

 

SVEZIA

E’ stata la prima nazione a darsi delle linee guida per rendere i consumatori più consapevoli circa le conseguenze delle loro scelte alimentari. L’Agenzia svedese per la protezione ambientale aveva fissato l’obiettivo di portare al 35% entro il 2010 la percentuale di rifiuti biodegradabili riciclati provenienti da privati, ristoranti, mense e aziende di catering. L’obiettivo è stato raggiunto e sono stati fissati nuovi target più ambiziosi.

 

GERMANIA

Il Governo tedesco è andato oltre nel 2013 è andato oltre le singole misure emanando un piano nazionale contro lo spreco alimentare con il coinvolgimento dei Länder (Stati federali della Germania). In questo piano vengono analizzate 34 misure/progetti, già operativi e non, e si danno indicazioni su quali misure siano da implementare dopo averne analizzato costi e benefici per gli stakeholders e i consumatori, e quali invece necessitino di ulteriori studi. Le  misure principali riguardano: ricerca, informazione e product design, cioè l’elaborazione di packaging ed etichette più chiare sui tempi di consumo degli alimenti.

 

OLANDA

Il Governo ha varato molte misure relative alla lotta allo spreco alimentare a partire dal 2008. Tra queste lo Small Business Innovation Research specific to reduce food waste, un fondo di ricerca istituito dal Ministero degli Affari economici, pari a 3,15 milioni di euro, per studi di fattibilità per progetti volti a ridurre o prevenire lo spreco alimentare. Inoltre, lo stesso Ministero ha stipulato, con la Sustainable Food Alliance (SFA), una partnership che coinvolge tutte le associazioni coinvolte nella produzione e distribuzione alimentare, la Joint agenda for food chain sustainability and food waste reduction. Si tratta di un accordo su un’agenda comune per ridurre del 20% lo spreco lungo la catena agroalimentare entro il 2020.

 

IRLANDA

Il Ministero dell’Ambiente ha varato un piano affinché i rifiuti organici o di origine alimentare siano soggetti alla raccolta differenziata per essere destinati al compostaggio o ad altre pratiche di riciclo approvate. Sono state coinvolte sia le aziende – hotel, supermercati, mense, ospedali, aeroporti e stazioni – sia i cittadini.

 

REGNO UNITO

Nel 2007 è stata elaborata una nuova Waste Strategy che prevede di raggiungere e superare gli obiettivi per la raccolta differenziata dei rifiuti di origine alimentare indicati dalla Direttiva europea sulle discariche per il 2010, 2013 e 2020. Nel 2010 il Governo britannico ha pubblicato il documento Food 2030 con l’obiettivo di delineare le caratteristiche che dovrà avere l’intero sistema economico che ruota attorno al cibo nel 2030. Tra le priorità: ridurre lo spreco di cibo e rendere più chiare le etichette.

 

STATI UNITI

Stati Uniti: il tema degli sprechi alimentari viene affrontato per la prima volta dall’amministrazione Clinton (1993-2001) con un programma per promuovere il recupero del cibo e la sua ridistribuzione. L’obiettivo era fare in modo che agricoltori, scuole, aziende e ospedali donassero agli enti caritativi il cibo superfluo. A questo scopo nel 1996 il Presidente Clinton firmò il Bill Emerson Good Samaritan Donation Act, che protegge coloro che donano generi alimentari da cause penali e civili nel caso in cui un prodotto, donato in buona fede, crei danni a chi lo riceve. Il Congresso ha così riconosciuto che è possibile donare prodotti che siano prossimi alla data segnata nella dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”. Nonostante l’emanazione di questa legge, nel 2005 il cibo recuperato e ridistribuito costituiva solo il 3% del totale dei generi alimentari scartati, mentre il restante 97% finiva in discarica. Per questo motivo in quegli anni anche l’EPA (Environmental Protection Agency) cominciò a promuovere l’uso di scarti di cibo per produrre compostaggio e a mettere in campo iniziative di informazione e supporto affinché si riducesse lo spreco di cibo. Nel novembre 2016 l’USDA (U.S. Department of Agricolture) ha annunciato un programma per dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030 e ha lanciato una campagna chiamata Food Loss and Food Waste Champions 2030, chiedendo a imprese ed organizzazioni di sottoscrivere impegni precisi per ridurre lo spreco alimentare. Nel 2015, inoltre, è stata presentata alla Camera dei Rappresentanti una proposta di legge riguardante la lotta allo spreco di cibo e altre materie, che prevede un piano organico diviso in diversi comparti che coinvolge le diverse fasi della catena agroalimentare.